L’avvento della quarta edizione di D&D ha
radicalmente modificato le abitudini di molti giocatori di ruolo. La modifica
sostanziale, a mio avviso, è stata l’abolizione della magia Vanciana sostituita dal più semplice meccanismo dei
poteri, proprio come accade nei MMORPG e nei videogiochi. Inoltre il meccanismo
di regole si è arricchito della possibilità, anzi dell’esclusività dato che le
distanze i movimenti sono espressi in quadretti, di usare miniature e tilset
quadrettati per vivere gli incontri. Sostanzialmente D&D è diventato un
grosso board game con un pizzico di interpretazione in più. Detto questo, nel
periodo di prova della nuova edizione (periodo durato un paio d’anni, al quale
ora abbiamo posto fine, tornando a regole più consone al nostro stile), abbiamo
sperimentato il nuovo modo di giocare. Per rendere le cose più belle, io e
Marco (uno degli ultimi amici che ha iniziato a giocare a D&D) abbiamo dato
vita ad un “Cartico” un plastico che raffigura un villaggio, con edifici fatti
di carta. Le foto allegate rendono l’idea del risultato. Tutto quello che
vedete non sarebbe stato possibile senza l’apporto di Marco. All’inizio io
volevo utilizzare edifici in plastica e resina da colorare ma Marco ha trovato
in rete i Paper Model, molto più economici e dalla resa molto realistica. In
realtà Marco ha fatto quasi tutto da solo e io mi sono limitato al supporto
morale, alla stampa degli edifici di carta e alla progettazione del villaggio.
Completato il lavoro abbiamo sorpreso gli altri giocatori con un luogo quasi
reale dove vivere le loro avventure. Per completezza di cronaca, il villaggio
rappresentato è stato usato per la sessione di gioco a Ravenloft.
mercoledì 25 agosto 2010
martedì 24 agosto 2010
Virumsortiticorporafurtimincludum
Sono passati quasi quindici anni, ma ricordo ancora
il nome del mio primo personaggio di Advanced Dungeons&Dragons, uno gnomo
ladro dal nome intricatissimo (quello del titolo). Fino a quel momento avevamo
giocato solamente alla versione più semplice, quella della scatola rossa, e le razze e i personaggi erano limitati.
Giocare con le nuove regole di AD&D
ci permetteva di ampliare la nostra esperienza e interpretare nuove classi e
dare vita a nuove avventure. Le nuove regole erano solamente in inglese e
questo ha favorito la mia conoscenza scritta della lingua a dispetto di quanto
avevo provato a studiare a scuola. Se riesco a sopravvivere a Londra e new
York, lo devo alla mia passione per i GdR. Ovviamente non fatemi parlare in
inglese perché la pronuncia è pessima, ma non ho problemi a leggere e riesco a
capire “abbastanza” cosa mi si dice (anche se ora sono abbastanza arrugginito).
Tornando al mio gnomo, è stato l’unico esperimento di personaggio lontano dai
miei canoni abituali. Per la prima volta ho lasciato da parte i maghi e mi sono
dedicato ad uno scanzonato e irrazionale gnomo ladro. Ovviamente il mio piccolo ha avuto vita breve, ucciso
per colpa della sua innata imprudenza. Non ricordo se è rimasto vittima di un
drago o di un incantesimo. Resta il fatto che per sei livelli, ho interpretato
un personaggio dal nome impossibile (gli amici lo chiamavano Virum) ma che ha
dato inizio alla mia esperienza con le regole avanzate di D&D.
Ricordo che abbiamo deciso di passare alle nuove
regole, spinti dal fatto che ormai i nostri eroi di D&D classico erano
diventati Immortali ( la fantomatica quinta scatola di D&D introduceva le
regole per personaggi oltre il 36° livello che divenivano, di fatto,
immortali), ma soprattutto, dai nuovi “acquisti” che Paolo aveva portato
dall’Irlanda. In breve abbiamo consegnato i nostri vecchi personaggi alla
leggenda ( ricordo i nomi di alcuni come Piator il chierico, Hendel il
guerriero, Kallarvaning l’elfo, Oxyrius il mago, e Ablaze il mio mago). I
nostri nuovi personaggi erano più variopinti
ed il nostro gruppo eterogeneo e soprattutto di primo livello!!!
Se qualcuno dei vecchi giocatori vuole riportare
il nome e i pensieri dei nostri vecchi personaggi di D&D, questo è il luogo
adatto.
lunedì 23 agosto 2010
The King - Il Re Nero
Qualche giorno fa ho terminato la lettura di
“The King – Il Re Nero”, libro fantasy di Mark (Marco) Menozzi, autore
esordiente italiano di narrativa fantasy. Il volume, di un affascinante nero
lucido, compresa la superficie esterna delle pagine è curato nei minimi
dettagli e in questo si apprezza il lavoro fatto dalla Fazi Editore (la stessa
di Twilight). Le pagine interne della copertina contengono una bellissima mappa
della regione dove è ambientato il libro, e questo denota che certamente la
storia non si esaurirà con un singolo volume, ma potrà essere ampliata
ulteriormente. Il volume è ben scritto con uno stile interessante e nonostante
sia originario da sessioni di gioco di ruolo, la cosa non è mai così lampante.
La storia è intrigante, non particolarmente innovativa, ma decisamente
interessante. I protagonisti principali del volume sono molteplici e ben
caratterizzati, e meno usuali di quanto si possa pensare, a parte la figura di
Gulneras che ricorda troppo da vicino un ben più famoso elfo scuro di D&D
(certo, le motivazioni e la storia sono diverse e particolarmente interessante
è il bracciale magico che guida la redenzione dell’elfo, ma le
similitudini con il Drow rinnegato di
Salvatore sono troppe). Particolarmente interessante è la gestione della magia,
lontana da quanto siamo stati abituati a leggere fin ora, ma più similare alle
evocazioni di Howardiana memoria. Devo dire che il libro scorre molto
velocemente, ma alcuni passaggi sono a dir poco caotici e ho trovato poco
efficace chiamare Goblin una razza di combattenti fieri e possenti, autentici
esperti marziali. Nell’immaginario comune i goblin sono ben altra cosa.
Nel complesso il libro è ben scritto e la storia
è piacevole e il livello qualitativo del progetto è alto. L’ambientazione si
cui si basa la storia è in procinto di essere usata, come originariamente fatto
dall’autore, per un gioco di ruolo. Le notizie su questo progetto sono ancora
frammentarie, ma non mancherò di segnalare novità in tal senso.
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