mercoledì 25 agosto 2010

Un nuovo modo di affrontare l'avventura


L’avvento della quarta edizione di D&D ha radicalmente modificato le abitudini di molti giocatori di ruolo. La modifica sostanziale, a mio avviso, è stata l’abolizione della magia Vanciana  sostituita dal più semplice meccanismo dei poteri, proprio come accade nei MMORPG e nei videogiochi. Inoltre il meccanismo di regole si è arricchito della possibilità, anzi dell’esclusività dato che le distanze i movimenti sono espressi in quadretti, di usare miniature e tilset quadrettati per vivere gli incontri. Sostanzialmente D&D è diventato un grosso board game con un pizzico di interpretazione in più. Detto questo, nel periodo di prova della nuova edizione (periodo durato un paio d’anni, al quale ora abbiamo posto fine, tornando a regole più consone al nostro stile), abbiamo sperimentato il nuovo modo di giocare. Per rendere le cose più belle, io e Marco (uno degli ultimi amici che ha iniziato a giocare a D&D) abbiamo dato vita ad un “Cartico” un plastico che raffigura un villaggio, con edifici fatti di carta. Le foto allegate rendono l’idea del risultato. Tutto quello che vedete non sarebbe stato possibile senza l’apporto di Marco. All’inizio io volevo utilizzare edifici in plastica e resina da colorare ma Marco ha trovato in rete i Paper Model, molto più economici e dalla resa molto realistica. In realtà Marco ha fatto quasi tutto da solo e io mi sono limitato al supporto morale, alla stampa degli edifici di carta e alla progettazione del villaggio. Completato il lavoro abbiamo sorpreso gli altri giocatori con un luogo quasi reale dove vivere le loro avventure. Per completezza di cronaca, il villaggio rappresentato è stato usato per la sessione di gioco a Ravenloft.

martedì 24 agosto 2010

Virumsortiticorporafurtimincludum


Sono passati quasi quindici anni, ma ricordo ancora il nome del mio primo personaggio di Advanced Dungeons&Dragons, uno gnomo ladro dal nome intricatissimo (quello del titolo). Fino a quel momento avevamo giocato solamente alla versione più semplice, quella della scatola rossa,  e le razze e i personaggi erano limitati. Giocare con le nuove regole  di AD&D ci permetteva di ampliare la nostra esperienza e interpretare nuove classi e dare vita a nuove avventure. Le nuove regole erano solamente in inglese e questo ha favorito la mia conoscenza scritta della lingua a dispetto di quanto avevo provato a studiare a scuola. Se riesco a sopravvivere a Londra e new York, lo devo alla mia passione per i GdR. Ovviamente non fatemi parlare in inglese perché la pronuncia è pessima, ma non ho problemi a leggere e riesco a capire “abbastanza” cosa mi si dice (anche se ora sono abbastanza arrugginito). Tornando al mio gnomo, è stato l’unico esperimento di personaggio lontano dai miei canoni abituali. Per la prima volta ho lasciato da parte i maghi e mi sono dedicato ad uno scanzonato e irrazionale gnomo ladro. Ovviamente  il mio piccolo ha avuto vita breve, ucciso per colpa della sua innata imprudenza. Non ricordo se è rimasto vittima di un drago o di un incantesimo. Resta il fatto che per sei livelli, ho interpretato un personaggio dal nome impossibile (gli amici lo chiamavano Virum) ma che ha dato inizio alla mia esperienza con le regole avanzate di D&D.
Ricordo che abbiamo deciso di passare alle nuove regole, spinti dal fatto che ormai i nostri eroi di D&D classico erano diventati Immortali ( la fantomatica quinta scatola di D&D introduceva le regole per personaggi oltre il 36° livello che divenivano, di fatto, immortali), ma soprattutto, dai nuovi “acquisti” che Paolo aveva portato dall’Irlanda. In breve abbiamo consegnato i nostri vecchi personaggi alla leggenda ( ricordo i nomi di alcuni come Piator il chierico, Hendel il guerriero, Kallarvaning l’elfo, Oxyrius il mago, e Ablaze il mio mago). I nostri nuovi personaggi erano più variopinti  ed il nostro gruppo eterogeneo e soprattutto di primo livello!!!
Se qualcuno dei vecchi giocatori vuole riportare il nome e i pensieri dei nostri vecchi personaggi di D&D, questo è il luogo adatto.

lunedì 23 agosto 2010

The King - Il Re Nero


Qualche giorno fa ho terminato la lettura di “The King – Il Re Nero”, libro fantasy di Mark (Marco) Menozzi, autore esordiente italiano di narrativa fantasy. Il volume, di un affascinante nero lucido, compresa la superficie esterna delle pagine è curato nei minimi dettagli e in questo si apprezza il lavoro fatto dalla Fazi Editore (la stessa di Twilight). Le pagine interne della copertina contengono una bellissima mappa della regione dove è ambientato il libro, e questo denota che certamente la storia non si esaurirà con un singolo volume, ma potrà essere ampliata ulteriormente. Il volume è ben scritto con uno stile interessante e nonostante sia originario da sessioni di gioco di ruolo, la cosa non è mai così lampante. La storia è intrigante, non particolarmente innovativa, ma decisamente interessante. I protagonisti principali del volume sono molteplici e ben caratterizzati, e meno usuali di quanto si possa pensare, a parte la figura di Gulneras che ricorda troppo da vicino un ben più famoso elfo scuro di D&D (certo, le motivazioni e la storia sono diverse e particolarmente interessante è il bracciale magico che guida la redenzione dell’elfo, ma le similitudini  con il Drow rinnegato di Salvatore sono troppe). Particolarmente interessante è la gestione della magia, lontana da quanto siamo stati abituati a leggere fin ora, ma più similare alle evocazioni di Howardiana memoria. Devo dire che il libro scorre molto velocemente, ma alcuni passaggi sono a dir poco caotici e ho trovato poco efficace chiamare Goblin una razza di combattenti fieri e possenti, autentici esperti marziali. Nell’immaginario comune i goblin sono ben altra cosa.
Nel complesso il libro è ben scritto e la storia è piacevole e il livello qualitativo del progetto è alto. L’ambientazione si cui si basa la storia è in procinto di essere usata, come originariamente fatto dall’autore, per un gioco di ruolo. Le notizie su questo progetto sono ancora frammentarie, ma non mancherò di segnalare novità in tal senso.